La matematica è ovunque intorno a noi, e si trova anche nei posti e nei modi più impensati!
Lo scopre giorno dopo giorno Filippo – per tutti Filo -, otto anni, denti da criceto e mani sempre sporche di pongo e di pennarello, curioso e vivace, alle prese con la maestra Grazia e i compagni di classe.
Ad accompagnarlo in quest’avventura c’è il nonno, professore di matematica in pensione, che non ha perso l’abitudine alle interrogazioni a sorpresa. Insieme adorano pasticciare ai fornelli e chiacchierare, in particolare di numeri: il nonno ambisce infatti a trasformare Filo in un genio matematico con il pallino per la cucina.
Perché le cifre sono 10? Quanti conigli aveva Fibonacci? Perché è proibito dividere per zero? Davvero conchiglie e fiori seguono leggi matematiche? Come spartirebbe Pitagora le sue tavolette di cioccolata con gli amici? Un’avvincente e vivace narrazione intorno alla matematica, raccontata con parole semplici, vicina alla realtà di tutti i giorni, per suscitare la curiosità di grandi e piccoli.
Il libro è un racconto divertentissimo, scritto in maniera ironica e allegra, che ci dice di credere in noi stessi, nell’amicizia e nella forza di cambiare. .
Il romanzo si svolge in un futuro distopico in cui il mondo è controllato da una banca: la Banca Aurea che è riuscita a diventare potentissima assorbendo tutte le altre banche del mondo. Libri e librerie non ci sono più, le persone vengono scoraggiate dal leggere, l’importante è saper calcolare tassi di interesse e Internet non esiste più. La sede della Banca Aurea è posta fuori dell’atmosfera terrestre su di un immenso satellite artificiale.
La protagonista Albertina è una ragazzina di undici anni: ha visto scomparire Soli, il fratello è stato portato via in schiavitù per il debito contratto con i costi della telefonia mobile; i genitori devono accettare di trasferirsi nel nuovo complesso residenziale: La Gabbia Dorata.
Albertina ora deve frequentare una scuola l’Istituto Cimici, dove si studia solo matematica.
La madre è sempre occupata al lavoro, il papà per consolarla la porta a mangiare in un fast food vicino a casa: la Bettola del vecchio Boovar un uomo con un carattere molto acido. Poi un giorno a casa non rientrano più i suoi genitori ma in compenso arriva una sua bis-bis-bis-bis nonna, una vecchia donna di nome Huld che dice di essere una strega e con lei una immensa biblioteca. Da quel momento la sua vita e quella dei suoi compagni di scuola (anche loro orfani dei genitori rapiti dalla Banca Aurea) comincia a mutare.
Con nonna Huld inizierà una rivolta contro la Banca e il palazzo di dieci piani si alzerà dal suolo e i suoi piccoli abitanti, con la guida della vecchia, ma simpatica strega, andranno all’assalto della banca in una serie di rutilanti avventure per salvare il mondo dalla cattiveria e dall’ignoranza.
A questo romanzo è stato assegnato il Reykjavik bambini Libri Prize nel 2010 e nominato per il Premio del Libro per Ragazzi nordica nel 2011 – un premio dato ogni due anni dai bibliotecari nei paesi nordici.
La mamma di Elisa e di Leo ha deciso di trasformare un vecchio casolare appartenuto ai suoi genitori in un B&B.
I due fratelli, che amano molto questa casa di campagna, decidono di trascorrere lì un fine settimana insieme a Mariano, voce narrante del libro, e a Tere, una vicina di casa.
Ad un tratto di notte sentono alcuni lamenti e vedono una bambina che dice di chiamarsi Rosario. Inizialmente, tutti pensano che sia un’ospite del casolare… solo all’alba, quando canta il gallo, si rendono conto che Rosario è un fantasma.
Nelle settimane successive Rosario riappare, raccontando la sua storia e quella degli schiavi nei campi di caffè del Brasile alla fine dell’800. Così Mariano e i suoi amici, grazie alla narrazione della bambina fantasma, iniziano ad avere una visione diversa, più profonda e sincera delle atrocità che questi uomini e queste donne hanno dovuto subire.
La storia di Rosario si intreccia con quella degli altri ragazzi che non solo scoprono le loro radici ma capiscono anche l’importanza della memoria; inoltre, essi si rendono conto – nonostante la loro età – che la schiavitù non appartiene solo al passato, non può essere solo uno di quegli argomenti che si studia a scuola ma è purtroppo qualcosa di terribilmente attuale, legato al presente, e che chiama in causa anche oggi le nostre coscienze.
Un libro originale che, con straordinaria leggerezza e con sottile umorismo, tratta di diritti umani, di pregiudizi, di rispetto degli altri, di comprensione delle differenze e di tanto altro ancora.
Isa, un bambino bianco abbandonato nella foresta del Sud Africa, viene trovato ed allevato come un figlio da un vecchio grande guerriero e da una vecchia nutrice, ambedue appartenenti ad una tribù di Bantu di etnia Swazi. A causa della sua pelle chiara, Isa non riesce a farsi accettare del tutto dai membri del villaggio, che per schernirlo lo chiamano Orzowei, il “trovato”. Particolarmente ostile è Mesei, il figlio del capo del villaggio. A causa del pregiudizio razziale, Isa non viene accolto fra gli adulti guerrieri della tribù pur avendo superato la drammatica prova dell’iniziazione. Decide quindi di allontanarsi dal villaggio e si rifugia nella foresta, dove viene accolto da una tribù di Boscimani e nuovamente adottato come un figlio dal saggio Pao. Riesce anche a vestirsi con la pelliccia del leopardo che ha ucciso. Pao stesso però, inviterà Isa a conoscere i bianchi, insegnandogli ad amarli e a capirli. Verrà a contatto con una comunità di Boeri, i quali lo tratteranno peggio di quanto abbiano fatto i neri fino a quel momento – dai bianchi prenderà anche delle frustate. Poco più che tollerato, tornerà tra i neri suo malgrado, Orzowei si troverà a lottare contro gli Swazi che lo hanno allevato per primi, e a porre fine al conflitto sconfiggendo proprio il suo nemico di sempre, Mesei, mentre i Boscimani vincono la Guerra nel villaggio nemico in fiamme.
L’Africa in cui si muove è selvaggia e violenta, le zagaglie, le lance indigene, spesso colpiscono e il sangue scorre. Da bambino disprezzato imparerà a difendersi e a farsi rispettare. Affronterà una prova tribale di iniziazione, ma tutta la sua giovane vita sarà una continua iniziazione, un continuo superare prove attraverso cui crescere. Ed è questo il grande fascino di questa storia, è di questo che parla ai ragazzi: la vita è difficile, ma puoi affrontarla, puoi attraversarla, puoi diventare qualcuno.
Louisiana, 1904. Te Trois, Eddie, Tit e Julie non potrebbero essere più diversi, e neppure più amici. Vengono da famiglie diverse: Eddie è figlio del medico ed è l’unico ragazzino a portare gli occhiali; Te Trois vive con la madre e i fratelli, Julie e Tit sono figli di una donna discussa nella comunità e costretta a vivere ai margini, hanno padri diversi e diverso il colore della loro pelle: bianco per lei, nero per lui. I quattro hanno un rifugio lungo il fiume e sognano. Quando si trovano tra le mani tre dollari trovati per caso, decidono di comperare una pistola con tanto di proiettili da quel catalogo di vendita per corrispondenza che tutti hanno in casa, e che accomuna chiunque, indipendentemente dalle possibilità economiche che ha. Ma quando il pacco arriva dentro c’è un orologio rotto. Il mistero si infittisce quando uno straniero viene a cercare il pacco, rimane ucciso lungo il fiume e il contenuto del suo portafoglio rivela che non è chi dice di essere e che è portatore di una missione: la società proprietaria del catalogo è disposta a pagare un caro prezzo pur di ritrovare il pacco spedito per sbaglio. E allora non resta che cogliere al volo l’avventura e mettersi in viaggio verso Chicago, prima su un battello lungo il fiume e poi in treno. Si troveranno alle prese con un cadavere nelle sabbie mobili, imbroglioni e bari di professione, poliziotti corrotti, cattivi che sembrano buoni e buoni che non lo sono affatto… per non parlare di un delitto irrisolto e di molti, molti soldi!
Il racconto viene fatto dalle quattro voci dei protagonisti, una sezione ciascuno e permette così al lettore di vedere punti di vista diversi, di calarsi nei personaggi, di apprezzare le caratteristiche di ciascuno e di seguire pensieri, emozioni e sogni di ognuno.